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Guida alla diagnosi di eiaculazione precoce

Eiaculazione precoce, guida alla diagnosi

Il disturbo sessuale maschile più diffuso che prende il nome di eiaculazione precoce è uno dei temi più caldi affrontati negli studi di andrologi, urologi, sessuologi, psicoterapeuti ed esperti nel settore: fortunatamente, grazie alla sensibilizzazione ed all’informazione sempre più massicce su questo argomento, il numero delle persone che si rivolgono a specialisti nel settore per curare i disturbi legati all’eiaculazione precoce sta crescendo sempre di più, con la conseguenza positiva di riuscire ad ottenere risultati sempre più ottimali volti alla risoluzione di questo problema.

Nella diagnosi di eiaculazione precoce – che rappresenta, letteralmente, un orgasmo anticipato dell’uomo, il quale nega alla donna la possibilità di provare piacere – è fondamentale l’approccio multidisciplinare. (Qui puoi trovare un percorso passo per passo per riuscire a controllare meglio l’eiaculazione).

Grazie all’approccio scientifico, dopo anni di frustrazione e di ansia da prestazione, dopo rapporti sessuali insoddisfacenti per la coppia ed episodi di vergogna e sensi di colpa, gli uomini che soffrono di eiaculazione precoce possono finalmente uscire allo scoperto e chiedere aiuto, nella speranza concreta che grazie alla corretta diagnosi ritroveranno la via verso un rapporto sessuale veramente appagante e soddisfacente, per se e per la propria partner.

In passato – non molto lontano, in effetti – si pensava che i disturbi sessuali, come la impotenza, non avessero basi fisiche ma fossero causati solo da motivi psicologici: soprattutto, l’ansia da prestazione, considerata la principale causa di questo problema così profondamente radicato.

Tuttavia, oggi le cose sono enormemente mutate. Si è compreso, infatti, che anche un disturbo apparentemente mentale come la impotenza, potrebbe non derivare soltanto da fattori etici, morali o psicologici, ma anche da motivi fisici e organici.

Studi specifici hanno pertanto messo in evidenza che tra le cause alla base di questo disturbo vi sono anche problemi organici, come l’ipersensibilità al glande, la lesione irritativa o infiammatoria dell’uretra prostatica, o altre cause organiche come le vescicoliti, la sindrome del frenulo corto, le fimosi o altre anomalie anatomiche esterne. Quando si procede alla diagnosi di eiaculazione precoce, è pertanto necessario non soffermarsi solo sull’aspetto superficiale della faccenda, ma approfondire il problema con un approccio multidisciplinare, che abbracci sia l’aspetto fisico che il problema psicologico, visto che moltissime volte, alla base di questo disturbo sessuale vi sono cause combinate, ovvero fisiche e psicologiche insieme.

Procedere con una diagnosi differenziale

La diagnosi non deve essere superficiale, ma differenziale: occorre che il paziente venga valutato sotto diversi aspetti, e che il suo disturbo venga rapportato agli esami specifici, come esami culturali sulle urine, indagini prostatiche, ed altri test diagnostici il cui obiettivo è quello di dare un nome corretto all’eiaculazione precoce.

Solo quando si da una precisa diagnosi è possibile mettere in atto tutte le soluzioni terapeutiche mirate alla risoluzione definitiva del problema: se un paziente colpito da eiaculazione precoce soffre di ipersensibilità al glande, sarà necessario effettuare un piccolo intervento di circoncisione per migliorare la sua vita sessuale; se il paziente ha problemi di tipo psichico, soffre di ansia o di depressione, l’approccio potrà essere di tipo prettamente psicologico – con terapie presso uno psicoterapeuta – e di tipo farmacologico, con l’uso di ansiolitici ed antidepressivi.

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