L’infiammazione prostatica è un disturbo fisiologico maschile ad oggi molto diffuso.
Si calcola infatti che almeno il 10% della popolazione maschile abbia sofferto almeno una volta nella vita di questo disturbo: le statistiche pertanto sembrano parlare chiaro, anche se il luogo comune e soprattutto i falsi miti circa l’infiammazione alla prostata sono ancora troppi, è fondamentale aiutare gli uomini che soffrono di questo disturbo a prenderne consapevolezza e a decidere di affrontare il problema con l’aiuto di medici specializzati.
Come è noto, l’infiammazione alla prostata non è solo un problema relativo alla parte fisica del corpo, ma può riguardare anche l’aspetto sessuale, perché è proprio da questa infiammazione che, a parte i dolori, i bruciori ed i fastidi della minzione, si possono anche presentare disturbi durante l’atto sessuale che spingono consciamente l’uomo ad evitare il rapporto o inconsciamente a soffrire di disfunzioni sessuali quali l’eiaculazione precoce.
Ma andiamo con ordine. Abbiamo detto che secondo alcune stime, il 10% della popolazione ha accusato disturbi alla prostata almeno una volta nella vita, e questo non significa che l’infiammazione alla prostata colpisca solo le persone anziane: si tratta di un mito da sfatare, anzi, perché l’infiammazione prostatica può colpire allo stesso modo giovani e adulti, anziani e meno anziani, per motivi molto differenti tra di loro.
Prima di tutto, chiariamo che la prostatite – come viene chiamata da medici e specializzati nel settore – può essere determinata sia da cause infettive, sia da cause non infettive.
Si distinguono circa due categorie di cause, nelle quali vanno incluse le infiammazioni di origine batterica (che possono essere acute oppure croniche):
- Le infiammazioni alla prostata asintomatiche (quelle che, in sostanza, non presentano alcun sintomo e che pertanto possono essere parecchio pericolose).
- Le infiammazioni croniche non batteriche, quelle che insomma non dipendono dalla presenza di batteri e che sono state comunemente chiamate sindrome del dolore pelvico.
Generalmente la prostatite viene indicata come un’infezione che colpisce gli adulti o gli anziani, ma in realtà esistono forme di infiammazione prostatica che sembrano essere molto più coinvolgenti nel settore under 30.
In un’età giovanile o adolescenziale, la promiscuità sessuale o comunque una vita sessuale molto movimentata sono parecchio comuni e possono provocare infiammazioni ed infezioni batteriche acute, che si presentano con sintomi abbastanza specifici.
La forma acuta della condizione infiammatoria della ghiandola prostatica si caratterizza per un aumento della temperatura corporea, sensazioni dolorose intense, fastidio e bruciore durante la minzione, che diventa più frequente e dolorosa. In aggiunta, è possibile sperimentare malessere alla schiena, all’inguine o specificatamente nella zona prostatica, e il disagio tende a aumentare notevolmente.
La situazione è differente per la forma cronica: di solito, i segni della variante a lungo termine di infiammazione prostatica sono più leggeri e nel corso del tempo possono diminuire o aggravarsi a seconda delle condizioni di salute complessive del paziente.
In ogni caso, l’infiammazione va comunque affrontata perché oltre ad essere dolorosa e fastidiosa, essa può condurre anche a problemi più seri.
La terapia per l’infiammazione prostatica varia a seconda dell’eziologia e della tipologia: nel caso in cui l’infiammazione sia acuta, molto spesso i soli antibiotici – che rappresentano la cura ideale nella forma cronica, anche se ogni caso va valutato attentamente a seconda di diversi fattori – non bastano per debellare l’infezione.
In tal caso, occorre valutare immediatamente un intervento chirurgico per il drenaggio degli ascessi o dell’urina, ma è sempre molto importante rivolgersi allo specialista urologo, che sulla base del proprio stato di salute generale, del tipo di infiammazione, e di altri fattori, saprà indicare quale terapia è più adatta al caso specifico.
Ricordiamo comunque che, sebbene la cura antibiotica sia spesso indicata per le forme croniche, spesso sono necessarie settimane prima che l’infezione sparisca del tutto.